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sabato 30 giugno 2012

Dalla lista civica


È in distribuzione il volantino della nostra lista civica, riportiamo qui il testo iniziale e a seguire nei prossimi giorni gli articoli completi

UNA GIUNTA COMUNALE SCIALBA,
INCONCLUDENTE, INCOMPETENTE

Ospedale: nessuna iniziativa della Giunta comunale per riportare servizi importanti nel settore della riabilitazione e dei post acuti, per non lasciare tutto ai privati e abbandonare la nostra struttura al degrado.
Piano Tavina: solo annunci senza un dibattito aperto in Consiglio Comunale.
Albergo alle Versine: un anno dalla proposta senza indicazioni chiare e paletti precisi per un investimento alberghiero importante se ambientalmente compatibile.
Museo della Città: dopo tre anni dalla fi ne dei lavori l’amministrazione comunale è ancora senza idee sull’utilizzo di un edifi cio prestigioso, desolatamente vuoto.


ASSESSORE BERARDINELLI:
INCOMPATIBILITÀ O INOPPORTUNITÀ?

È compatibile il ruolo di Assessore della Giunta comunale con quello di amministratore condominiale di strutture per le quali la Giunta prende decisioni o è addirittura proprietaria come l’Autosilo di via Brunati?


IMU: LA STANGATA
DELLA GIUNTA COMUNALE

Contro ogni buon senso decisa da subito un’aliquota alta, 0,98% in presenza di valori catastali già molto alti, per tutti gli immobili diversi dalla prima casa, senza attenzione alle case in usufrutto a figli o genitori, oppure a piccole attività artigianali/commerciali/alberghiere, in un momento difficile per la nostra economia.
EDIFICIO EX ENEL:
UN REGALO AI SOLITI NOTI?

L’amministrazione consente una semplice manutenzione dell’edificio; abbandonato il previsto piano di recupero per valorizzare l’edificio e la zona circostante,con una grave perdita per le casse comunali.

venerdì 29 giugno 2012

IMU: la stangata della giunta comunale


Il Consiglio comunale di Salò, nel mese di maggio, con il voto contrario delle minoranze, ha votato le aliquote dell’I.M.U. (Imposta Municipale sugli immobili):

  • 0,4% sulla “prima casa”
  • 0,98% su tutti gli “altri immobili” (case di vacanza, case sfi tte, case locate, immobili destinati ad attività commerciali, artigianali e terziarie in genere).

Una decisione frettolosa e non adeguatamente meditata se si pensa che a giugno, con la prima rata, lo Stato ha deciso che si paghi applicando le aliquote base: 0,4% e 0,76%, con eventuale conguaglio con la seconda rata; tanto più che le indicazioni del Ministero delle Finanze in base ai dati statistici hanno stimato che con le aliquote base, 0,4% e 0,76%, il Comune di Salò possa incassare € 4.599.000.
Il Comune di Salò, con aliquote maggiorate ha previsto di incassare meno: € 4.500.000.
I conti non tornano!
I consiglieri di minoranza, non condividendo questa scelta incomprensibile, hanno chiesto al Sindaco e alla Giunta di ritornare sui propri passi e rinviare la scelta sulle aliquote defi nitive a settembre, dopo una verifica delle effettive necessità di copertura del bilancio comunale, sulla base del gettito della prima rata di acconto.
Per questo motivo, hanno chiesto la convocazione del Consiglio comunale che si è tenuto ai primi di giugno, per proporre l’adozione di tale decisione di buon senso, lasciando aperta la possibilità di prevedere una modulazione delle aliquote, con la possibilità di valutare in modo diverso alcune situazioni: ad esempio per le case date in usufrutto ai figli o ai genitori anziani, che risultano seconde case.
Distinguere le aliquote fra le abitazioni sfitte e quelle date in locazione a residenti, a maggior ragione se a canone concordato; così come lasciare aperta la porta a possibili distinzioni anche nell’ambito degli immobili destinati ad attività produttive, in una fase di diffi coltà. Tutto ciò senza neppure considerare la possibilità di alleggerire l’aliquota sulla prima casa, come Gardone Riviera, che l’ha abbassata al 0,3%. 


La proposta di rinviare la decisione è stata respinta e ai consiglieri di minoranza non è stata data risposta neppure alla richiesta di prendere visione dei dati che hanno sostenuto le previsioni di gettito dell’imposta IMU adottate dalla Giunta:
evidentemente, il “buon senso” è una categoria che non appartiene alla Giunta e alla maggioranza che la sostiene; e si è avuta una prova ulteriore della opacità delle scelte dell’amministrazione comunale, che rifiuta il confronto con i rappresentanti della cittadinanza.


A giudizio dei Gruppi di minoranza, poi, non è un buon esempio vedere Sindaco e consiglieri di maggioranza approvare il bilancio di previsione del Comune di Salò, che, in tempi di crisi, prevede un incremento delle spese correnti di ben 217.000 euro, coperti proprio con l’aumento non giustificato delle aliquote I.M.U.


La scelta della Giunta sulle aliquote IMU non tiene conto della situazione di Salò, ove i redditi catastali sono molto alti e spesso non distribuiti equamente tra le varie zone della città. 
Una situazione aggravata dalla decisione del Governo, che, non potendo scegliere una patrimoniale sui possessori di grandi beni e alti redditi, per il veto di PDL e LEGA, responsabili dello stato disastroso del bilancio dello Stato, non si è limitato a reintrodurre la tassa sulla prima casa, senza l’esenzione dei redditi più bassi decisa a suo tempo dal Governo Prodi, ma vi ha aggiunto la rivalutazione degli estimi catastali di un ulteriore 60%.
In questo modo, peraltro, il Comune di Salò, incassando una somma consistente dalle tasche dei salodiani, rinuncerà ad usufruire a fine anno del fondo di compensazione previsto dallo Stato a favore dei Comuni che dovessero introitare meno di quanto stimato.


La Giunta comunale del Sindaco Botti, sotto la regia dell’Assessore al bilancio Berardinelli, col sostegno dei due consiglieri della lista “Cittadini per Salò”, ha chiuso le orecchie ad ogni sollecitazione. 
Con buona pace dell’attenzione alle difficoltà di molte famiglie e di piccole realtà commerciali e artigianali.

Edificio ex-ENEL: un regalo ai soliti noti?


L’edificio ex ENEL in via Belvedere ospitava a suo tempo sia gli uffi ci amministrativi e tecnici, che il magazzino e parco automezzi, base per le attività operative sul territorio. A livello urbanistico quindi era classifi cato come area “D”, come tutte le attività produttive, a cui non possono essere assegnate funzioni diverse, senza una radicale trasformazione.
Il Piano di Governo del Territorio comunale (PGT), approvato nel 2009, prevedeva proprio un “ambito di trasformazione” per una riconversione e destinazione mista, direzionale, commerciale residenziale, da realizzare mediante un Piano attuativo, governato dal Comune, per la trasformazione urbanistica di tutta l’area, con versamento dei relativi oneri.

L’Ufficio Tecnico del Comune di Salò in data 30/06/2011 ha invece rilasciato un permesso di costruire per eseguire lavori consistenti in MANUTENZIONE STRAORDINARIA con suddivisione di più unità, con destinazione d’uso direzionale.
In evidente contrasto quindi con le previsioni del PGT, che prevedevano una riconversione, al fine “di riqualifi care il sito come supporto strategico alle attività del settore occidentale del nucleo fondativo del capoluogo”.

Il Piano di lottizzazione, come indicato nel PGT, con esclusione della sola manutenzione ordinaria, prevedeva una precisa dotazione di standard, cioè di aree da destinare a funzioni pubbliche. 
Quindi, l’intervento su quel complesso deve avvenire con regole ben precise, in modo da consentire al Comune di governare l’operazione, con conseguente ritorno economico consistente per il Comune stesso.

Infatti, nella relativa scheda allegata al P.G.T. per tale ambito la stima indicativa degli oneri previsti è pari a € 967.579,00, cui vanno aggiunte altre somme per servizi pubblici di qualità, da calcolare in sede di determinazione del Piano di Lottizzazione.

Nella relazione degli Organi Delegati al 31/12/2007 della Società ARHEA, controllata da “Aquadolce”, proprietaria dell’immobile, si dichiarava che l’attuazione del progetto incontrava difficoltà a causa dell’onere eccessivo.
In tempi recenti articoli comparsi sulla stampa locale enunciavano stime di costi complessivi pari a circa € 30.000.000,00. (trenta milioni!)

Ecco quindi che il permesso di costruzione per opere di manutenzione straordinaria rilasciato dagli uffici comunali nel mese di giugno dello scorso anno, appare in evidente contrasto con le norme in vigore stabilite dal Consiglio  comunale nel Piano di Governo del Territorio.
Inoltre il permesso di costruzione rilasciato dagli Uffi ci comunali consente la suddivisione in più unità, che però non è consentita per opere di manutenzione straordinaria, in palese contrasto con le norme dello Stato in materia edilizia.

Nella convenzione allegata al provvedimento la Società titolare dell’intervento si impegna a versare € 391.353,60, in relazione al carico urbanistico determinato dall’intervento. Ci si chiede a quale titolo la Società si impegni a versare tale importo al Comune dal momento che per legge gli interventi di manutenzione straordinaria non sono onerosi, cioè non prevedono versamenti di oneri di urbanizzazione, proprio perché la manutenzione straordinaria di un edificio non aggiunge un nuovo carico urbanistico, cosa che invece capita se si introducono nuove funzioni, commerciali e residenziali.

Nello scorso mese di novembre la Società ha inoltre chiesto di realizzare parcheggi pertinenziali interrati e sistemazione dei parcheggi a raso (il provvedimento è poi stato sospeso); a riprova che la richiesta del permesso di costruzione per manutenzione straordinaria, ha nei fatti aggirato la procedura prevista dal P.G.T. di Piano di Lottizzazione, con conseguente sostanziale modifica degli oneri finanziari previsti, con danno economico per la comunità salodiana.

Il problema è stato sollevato in Consiglio comunale dalle minoranze, ma la Giunta fa orecchie da mercante; forse rimane solo la strada di segnalare la situazione agli organi competenti di controllo.

Assessore Berardinelli: inopportunità o incompatibilità?


Una situazione vischiosa tra incarichi pubblici e attività privata

Nell'ultimo Consiglio comunale è stata sollevata dai consiglieri di minoranza la delicata questione dell’intreccio tra le funzioni pubbliche dell’Assessore Berardinelli, assessore della Giunta Botti, e alcuni incarichi da lui ricoperti in qualità di amministratore condominiale per la Società “Il Morgante”, che aveva acquistato l’ex Casa di Riposo e realizzato il parcheggio interrato sotto Piazza Leonardo da Vinci (davanti al Complesso Gasparo).
Il problema dell’incompatibilità è stato sollevato a proposito di una delibera della Giunta Comunale, alla quale ha partecipato e votato anche l’assessore Berardinelli; con la quale si esprime parere favorevole alla richiesta della Società in questione, di poter vendere in blocco i numerosi posti auto sotterranei (circa 70) tuttora invenduti.
Posti auto realizzati sulla base di una convenzione approvata a suo tempo dal Consiglio comunale, non dalla Giunta che non ne ha competenza, e che erano destinati ai possessori di alloggi in Centro storico, per togliere auto dai parcheggi in superficie. È stata contestata sia l’incompetenza della Giunta a decidere sia la partecipazione alla decisione dell’assessore Berardinelli, che è amministratore condominiale per la Società beneficiaria dell’autorizzazione comunale.
Nemmeno il pudore di non partecipare al voto della Giunta comunale e nessuna obiezione neppure dal Sindaco Botti, avvocato.
Nel corso della discussione in Consiglio è emersa poi una situazione dubbia, quanto a compatibilità degli incarichi ricoperti dall’Assessore Berardinelli, che risulta anche essere amministratore condominiale per la Società che gestisce l’autosilo di via Brunati, che vende e affi tta le autorimesse, attualmente in gestione alla Società che lo ha realizzato, ma di proprietà dell’Ente Comunale, che lo avrà in restituzione alla scadenza della convenzione quarantennale.
Alle obiezioni sollevate dai consiglieri di minoranza l’assessore ha ammesso che forse qualche problema esiste e che sarà oggetto di puntuale verifica. In ogni caso, ancora una volta, anziché assentarsi al momento del voto del Consiglio Comunale, ha votato per respingere una richiesta dei consiglieri di minoranza di ritiro della delibera di Giunta che vedeva coinvolta la sua incompatibilità per conflitto di interessi: comportamenti avvallati dall’intera maggioranza, compresi i due componenti della lista “Cittadini per Salò” e che la dicono lunga sulla considerazione in cui è tenuta l’etica pubblica.

Una giunta comunale scialba, inconcludente, incompetente


A Salò tutto è fermo; nessun progetto significativo si sta realizzando dopo tre anni dall’insediamento del Sindaco Botti, della vice Zambelli e della Giunta; ha perso i pezzi per strada, non ha più una maggioranza, è tenuta in piedi dal voto non scontato dei due consiglieri Frassoni e Aimo, della lista Cittadini per Salò, che, a distanza di un anno, devono constatare che il tanto sbandierato “patto per Salò” non ha prodotto risultati. 

Ospedale: silenzio totale sul recupero di funzioni; un contenitore sempre più vuoto; intanto però la clinica privata di Barbarano intende aumentare i suoi spazi con una nuova ala. In linea con la politica dello screditato Formigoni si favorisce la sanità privata a danno del pubblico.

Piano Tavina: si annunciano sui giornali modifiche al progetto, magari quelle già richieste dalla sovrintendenza, ma resta soprattutto il progetto di centinaia nuove seconde case, anche se il mercato è fermo e già abbondano gli alloggi invenduti.

Albergo alle Versine: da oltre un anno una Grossa Società che realizza e gestisce alberghi in paesi europei ha presentato un progetto per la realizzazione di un grande albergo in località Versine, nell’area adiacente al Convento di clausura. Un’area sicuramente delicata soprattutto sotto il profilo dell’eventuale impatto ambientale. La cosa più grave è che la Giunta comunale e la sua maggioranza non sono in grado di dare risposte certe e tempestive ad un gruppo imprenditoriale, che non vuole fare una delle solite speculazioni immobiliari, ma realizzare un albergo, per potenziare la funzione turistica di Salò.
A chi presenta una proposta concreta un’amministrazione che abbia i necessari attributi e che sia in grado di assumere le proprie responsabilità deve dare in tempi ragionevoli risposte certe: a quali condizioni si possa realizzare l’intervento, modifi cando magari il progetto presentato lo scorso inverno in pubblica assemblea; oppure che la natura dei luoghi è così delicata da non consentire un intervento con un impatto troppo grande sul nostro ambiente. 
Sindaco e Giunta non possono fare “Ponzio Pilato”.

Museo: a distanza di tre anni dalla fi ne dei lavori il palazzo di Santa Giustina (ex Collegio civico) risulta ancora desolatamente abbandonato, con costi di mantenimento comunque onerosi e totale vuoto di idee sulla sua destinazione. Non si può pensare che un edifi cio di questa rilevanza venga utilizzato per qualche mostra temporanea o per qualche promozione di prodotti locali, come risulta dall’incarico affi dato dalla Giunta (al costo di circa 10.000 euro).

Viabilità: dopo la fine della vicenda infi nita dei cantieri ANAS non risulta che il Consiglio comunale o qualche commissione siano stati chiamati a valutare un ripensamento della viabilità salodiana; come appare sempre più spesso, alla faccia della tanto sbandierata partecipazione dei cittadini, anche gli organi che ci rappresentano tutti sono sempre più svuotati di loro compiti perché una Giunta comunale debole e priva di idee è incapace di confrontarsi con le proposte delle minoranze e si chiude a riccio anche di fronte a proposte costruttive.
L’esempio più clamoroso si è avuto nell’ultimo Consiglio comunale, convocato dalle minoranze per proporre, tra le altre cose, di ripensare alla scelta sciagurata della maggioranza sulle tariffe dell’IMU, di cui parliamo in un altro articolo.

Orti comunali: un’idea condivisibile, sull’esempio di molte città che da anni hanno assegnato ai propri cittadini spazi verdi inutilizzati per creare un modo intelligente di occupare il tempo e ricavare prodotti utili in grado anche di alleviare la spesa alimentare. Dopo aver sbandierato ai quattro venti l’iniziativa, aver pubblicato il bando comunale e chiamato in Comune le molte persone interessate, ora tutto si è fermato, perché, così si dice, il Comune non ha i soldi per le opere di prima sistemazione necessarie!
Una solenne presa in giro per tutti coloro che erano in graduatoria utile per l’assegnazione e che devono riporre in cantina sogni e attrezzi. 
Che altro dire: amministratori come dilettanti allo sbaraglio!