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venerdì 29 giugno 2012

Edificio ex-ENEL: un regalo ai soliti noti?


L’edificio ex ENEL in via Belvedere ospitava a suo tempo sia gli uffi ci amministrativi e tecnici, che il magazzino e parco automezzi, base per le attività operative sul territorio. A livello urbanistico quindi era classifi cato come area “D”, come tutte le attività produttive, a cui non possono essere assegnate funzioni diverse, senza una radicale trasformazione.
Il Piano di Governo del Territorio comunale (PGT), approvato nel 2009, prevedeva proprio un “ambito di trasformazione” per una riconversione e destinazione mista, direzionale, commerciale residenziale, da realizzare mediante un Piano attuativo, governato dal Comune, per la trasformazione urbanistica di tutta l’area, con versamento dei relativi oneri.

L’Ufficio Tecnico del Comune di Salò in data 30/06/2011 ha invece rilasciato un permesso di costruire per eseguire lavori consistenti in MANUTENZIONE STRAORDINARIA con suddivisione di più unità, con destinazione d’uso direzionale.
In evidente contrasto quindi con le previsioni del PGT, che prevedevano una riconversione, al fine “di riqualifi care il sito come supporto strategico alle attività del settore occidentale del nucleo fondativo del capoluogo”.

Il Piano di lottizzazione, come indicato nel PGT, con esclusione della sola manutenzione ordinaria, prevedeva una precisa dotazione di standard, cioè di aree da destinare a funzioni pubbliche. 
Quindi, l’intervento su quel complesso deve avvenire con regole ben precise, in modo da consentire al Comune di governare l’operazione, con conseguente ritorno economico consistente per il Comune stesso.

Infatti, nella relativa scheda allegata al P.G.T. per tale ambito la stima indicativa degli oneri previsti è pari a € 967.579,00, cui vanno aggiunte altre somme per servizi pubblici di qualità, da calcolare in sede di determinazione del Piano di Lottizzazione.

Nella relazione degli Organi Delegati al 31/12/2007 della Società ARHEA, controllata da “Aquadolce”, proprietaria dell’immobile, si dichiarava che l’attuazione del progetto incontrava difficoltà a causa dell’onere eccessivo.
In tempi recenti articoli comparsi sulla stampa locale enunciavano stime di costi complessivi pari a circa € 30.000.000,00. (trenta milioni!)

Ecco quindi che il permesso di costruzione per opere di manutenzione straordinaria rilasciato dagli uffici comunali nel mese di giugno dello scorso anno, appare in evidente contrasto con le norme in vigore stabilite dal Consiglio  comunale nel Piano di Governo del Territorio.
Inoltre il permesso di costruzione rilasciato dagli Uffi ci comunali consente la suddivisione in più unità, che però non è consentita per opere di manutenzione straordinaria, in palese contrasto con le norme dello Stato in materia edilizia.

Nella convenzione allegata al provvedimento la Società titolare dell’intervento si impegna a versare € 391.353,60, in relazione al carico urbanistico determinato dall’intervento. Ci si chiede a quale titolo la Società si impegni a versare tale importo al Comune dal momento che per legge gli interventi di manutenzione straordinaria non sono onerosi, cioè non prevedono versamenti di oneri di urbanizzazione, proprio perché la manutenzione straordinaria di un edificio non aggiunge un nuovo carico urbanistico, cosa che invece capita se si introducono nuove funzioni, commerciali e residenziali.

Nello scorso mese di novembre la Società ha inoltre chiesto di realizzare parcheggi pertinenziali interrati e sistemazione dei parcheggi a raso (il provvedimento è poi stato sospeso); a riprova che la richiesta del permesso di costruzione per manutenzione straordinaria, ha nei fatti aggirato la procedura prevista dal P.G.T. di Piano di Lottizzazione, con conseguente sostanziale modifica degli oneri finanziari previsti, con danno economico per la comunità salodiana.

Il problema è stato sollevato in Consiglio comunale dalle minoranze, ma la Giunta fa orecchie da mercante; forse rimane solo la strada di segnalare la situazione agli organi competenti di controllo.

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